LA NOSTRA STORIA
LLa storia della A.s.d. Scuola di Judo Trezzo ha origine nel 1973, grazie all’iniziativa del M° Gianni Battaglia, figura illustre che ci ha lasciato nel marzo del 2020 all’età di 73 anni. Il Maestro Gianni Battaglia fu allievo diretto del M° Tadashi Koike, inviato dal Kodokan di Tokyo per diffondere il judo in Italia.
Il primo incontro tra Gianni Battaglia e Tadashi Koike avvenne a Bergamo nel 1963. Il Maestro Toto Jacobazzi, primo mentore di Gianni, lo invitò per delle lezioni. Nonostante la limitata conoscenza della lingua italiana, Koike preferiva utilizzare una didattica visiva, dimostrando le tecniche più volte. La personalità e la maestria tecnica di Koike colpirono profondamente Gianni, superando gli standard dell’epoca.
Dal 1978, Gianni fu nominato componente della commissione tecnica nazionale e accompagnò costantemente il M° Tadashi Koike nei suoi spostamenti. Durante la sua gestione, la Scuola di Judo Trezzo ricevette numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, ottenendo medaglie di spicco in competizioni nazionali Fijlkam e formando atleti di caratura olimpica.
Nel 2010, Gianni decise di ritirarsi e passò la direzione tecnica al M° Gabriele Calafati, cintura bianco/rossa 6° dan. Questa decisione provocò alcuni problemi, poiché alcune persone erano interessate più alla gloria personale che ai principi del judo. Tuttavia, come scritto nel suo libro due anni prima della sua scomparsa, Gianni affermava di essere convinto di aver compiuto la scelta giusta. Descriveva Gabriele come uno dei suoi migliori atleti, divenuto nel tempo un eccellente insegnante. Nonostante le critiche per il suo carattere severo, Gianni credeva che per raggiungere certi traguardi fosse necessario essere rigorosi.
Anche dopo aver lasciato la direzione tecnica nel 2010, Gianni rimase un consulente prezioso della Scuola di Judo Trezzo fino alla fine della sua vita. Continuò a seguire i suoi vecchi allievi e la nuova generazione di judoisti. Il suo impegno nell’insegnamento del judo ebbe inizio nel 1971, in un piccolo negozio ormai chiuso a Capriate. Tra i suoi maestri, il primo fu Totò Jacobazzi, che introdusse il judo a Bergamo. Successivamente, si iscrisse al BU-SEN con il maestro Cesare Barioli, per poi continuare con gli insegnamenti del Maestro Tadashi Koike, al quale rimase legato fino alla fine dei suoi giorni.
Gianni Battaglia riteneva che le numerose vittorie ottenute fossero il risultato dell’insegnamento del M° Tadashi Koike, che aveva instillato la tecnica fondamentale senza la quale, secondo Gianni, vincere sarebbe stato un’utopia. E rivolgendosi a Gabriele, scrisse su Facebook: “Sta studiando judo come non ho visto fare mai da nessuno, ecco perché ogni tanto va fuori riga, deve ammorbidire un po’ il suo carattere per evitare fraintendimenti, per evitare di crearsi inimicizie che di certo non merita”.
Gianni Battaglia è stato un individuo schietto, non aveva paura di dire ciò che pensava, a volte risultando scomodo. Purtroppo, come accade spesso per i grandi maestri, è stato rinnegato da alcuni dei suoi stessi allievi, coloro che avevano ottenuto grandi successi grazie al suo insegnamento. L’anno precedente alla sua scomparsa, i suoi allievi gli dedicarono una lettera, esprimendo gratitudine per la guida offerta e sottolineando come, nonostante tutto, rimanesse una figura guida per loro.
“MAESTRO, TI SCRIVIAMO QUESTA LETTERA PERCHÈ CI SENTIAMO DI DOVERTI RINGRAZIARE PER TUTTO QUELLO CHE CI HAI INSEGNATO ED HAI FATTO PER NOI. OGGI TI SCRIVIAMO PER LO SPIRAGLIO DI LUCE CHE CI HAI CONCESSO, IN MEZZO A TUTTO QUESTO SCHIFO CI HAI GUIDATO TU, ANCHE SE SMINUITO E QUASI UMILIATO DA ALCUNI TUOI ALLIEVI. SEI ENTRATO CON PASSO CONVINTO SUL TATAMI E CI HAI GUARDATI, NEI TUOI OCCHI ABBIAMO VISTO LA PASSIONE, LA VOGLIA DI INSEGNARE, IL CORAGGIO, MA SOPRATTUTTO L’AMORE PER LA TUA DISCIPLINA, IL JUDO. TANTI RAGAZZI SUL TUO TATAMI CHE NON APRIVANO BOCCA E TI GUARDAVANO, A QUEL PUNTO HAI INIZIATO A FARE CIÒ PER CUI ERI STATO CHIAMATO A FARE. INSEGNARE JUDO. CI HAI FATTO GIRARE LA LOMBARDIA, L’ITALIA, L’EUROPA PER GARE E STAGE CON JUDOISTI RINOMATI, INSOMMA HAI FATTO DI TUTTO PER FARCI APPASSIONARE A QUESTA DISCIPLINA. ED È PROPRIO PER QUESTO CHE TI RINGRAZIAMO, ANCHE SE UN SEMPLICE GRAZIE NON POTRÀ MAI RIPAGARE IL TUO IMPEGNO. TI STARAI CHIEDENDO PERCHÈ CONTINUIAMO A CHIAMARTI MAESTRO, TU NON HAI MAI VOLUTO CHE NOI TI CHIAMASSIMO MAESTRO. PERÒ TU NON SEI MAI STATO UN SEMPLICE ISTRUTTORE PER NOI, SEI STATO UN MAESTRO DI VITA, CI HAI FATTO CAPIRE OGGI CHE SIAMO INSEGNANTI, COSA VUOL DIRE INSEGNARE, FARSI AMARE ED ANCHE FARSI ODIARE, PERCHÈ SI SA, LA NOSTRA DISCIPLINA È DURA A VOLTE, SOPRATTUTTO SE AGONISTICA, ED ANCORA OGGI SEI UNA GUIDA INDISPENSABILE PER NOI, I TUOI ALLIEVI PENDEVANO E PENDONO ANCORA DALLE TUE LABBRA. OGNI VOLTA CHE SALIVI SUL TATAMI, QUALSIASI COSA STESSE SUCCEDENDO, I RAGAZZI SI FERMAVANO, SI GIRAVANO VERSO DI TE CON UN SORRISO, A VOLTE INTIMORITI DALLA TUA AUTOREVOLEZZA, CON UN SORRISO VERO CHE VIENE DAL PROFONDO, UNO SGUARDO DI AMMIRAZIONE E GRATITUDINE. MAESTRO NON ARRENDERTI, NON LASCIARE CHE LA CATTIVERIA DI ALCUNE PERSONE, SCHIACCI LA TUA FORZA DI VOLONTÀ, PERCHÈ SONO DAVVERO POCHI GLI INSEGNANTI CHE TI CAMBIANO LA VITA. E TU SEI STATO UNO DI QUESTI.“
